All’inizio degli anni quaranta del secolo scorso, uno dei più grandi scrittori di fantascienza, Isaac Asimov, aveva ispirato le Tre Leggi Fondamentali della Robotica. Asimov era dell’idea che una macchina progettata bene non potesse presentare alcun rischio, se ovviamente non fosse utilizzata impropriamente. Queste tre leggi restano valide se correlate al mondo dell’Agricoltura di Precisione, e oggi suonerebbero più o meno come segue:
- un robot non può recar danno a un agricoltore o una coltivazione;
- un robot deve rispondere ai comandi impartiti purché questi ultimi non contravvengano alla prima legge;
- un robot non può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, una coltura in campo riceva danno, purché ciò non contrasti con la prima e la seconda legge.
Introduzione divertente a parte, l’uso di macchine intelligenti in un settore quale quello agricolo non può che garantire benefici e vantaggi a ogni livello di intervento: ambientale, economico, agronomico.
L’uso di macchine intelligenti si rivela, in tale ottica, strumento prezioso per qualificare ulteriormente lo sviluppo dell’agricoltura odierna, al fine di contenere i consumi, razionalizzare l’impiego di fertilizzanti e agrofarmaci, per aumentare la sicurezza e la sostenibilità delle pratiche agricole.
Il mezzo per ripristinare il ruolo strategico del settore agricolo è rappresentato dall’innovazione di strumenti e pratiche ben identificate nell’Agricoltura di Precisione già potenzialmente attuabile grazie al progresso tecnologico raggiunto in termini di automazione, gestione ed elaborazione dei dati.
L’uso dei droni
Grazie ai droni, possiamo avere una visione del campo dall’alto, e sapere quali porzioni di terreno soffrono per parassiti, mancanza d’acqua o di fertilizzante. Possiamo arrivare a una precisione del centimetro quadrato, mappare il campo e passare le informazioni a software di supporto per l’analisi e l’elaborazione dei dati, o a software per guida assistita e agli attuatori presenti sul campo.
La visione a bordo campo, magari a piedi, non basta più, e non può bastare. Così il drone fa quello che un agricoltore sul posto o un elicottero non possono fare. Non solo in ragione dei costi, ma anche per problemi legati al paesaggio dove volare.
Con una valutazione a distanza del terreno, mediante un mezzo aereo che sorvola l’appezzamento (munito di autopilota, con la possibilità di impostare dei piani di volo predefiniti) è possibile:
- l’analisi della raccolta, per valutare il risultato finale della coltura;
- l’adozione di un sistema di previsione delle rese in relazione agli apporti di mezzi tecnici e al clima;
- il rilevamento dello stato attuale della coltura.